Campi di Ricerca

Educazione artistica, estetica, etica

La scuola che educa alla bellezza riconosce il diritto del bambino alla gioia

Educazione

/e·du·ca·zió·ne/
sostantivo femminile

Metodico conferimento o apprendimento di principi intellettuali e morali, validi a determinati fini, in accordo con le esigenze dell’individuo e della società.

“E il risultato deve essere utile o anche soltanto piacevole: ma piacevole non in quanto è gioco, ma in quanto è bello e buono”.

Giuseppina Pizzigoni

G. Pizzigoni, La Scuola Rinnovata secondo il metodo sperimentale, 1930, 6.

CAMPI DI RICERCA

L’intreccio tra visione estetica e spirito artistico

Fedele alla pedagogia di Giuseppina Pizzigoni, la maestra Sara Bertuzzi propone l’educazione estetica come conseguenza dell’educazione artistica e viceversa. La drammatizzazione appassiona i bambini e sono l’insegnamento oggettivo del bello, del vero, del buono, del giusto.

La Bertuzzi propone l’educazione estetica come conseguenza dell’educazione artistica e viceversa. La drammatizzazione appassiona i bambini e aiuta nell’insegnamento oggettivo del bello, del vero, del buono, del giusto.

Sara scrive la trama teatrale e costruisce i burattini. I racconti partono dalle situazioni delle classi, dalle esperienze dei bambini e trasformano i comportamenti fino a eleggere quello più conveniente nel gruppo della sezione. 

La tipologia dei caratteri dei bambini è registrata per la scrittura scenica di Sara Bertuzzi fino a permettere quell’immedesimazione che aiuta l’educatrice a intervenire nei tratti della personalità degli allievi che meritano maggiore supporto e attenzione.

Nel teatro il bambino riversa tutto il suo essere: emozioni come la gioia e il dolore, ansie e paure relative alla propria situazione familiare e le aspettative verso gli adulti e verso i propri coetanei, oltre alla fantasia e al desiderio di plasmare la realtà secondo i propri desideri.

La maestra apprende dall’osservazione e dallo studio e aiuta, propone e incoraggia.

Premete i pulsanti di seguito per scaricare in pdf alcuni copioni teatrali originali di Sara Bertuzzi dal titolo: Una storia della primavera; Una piccola storia dell’autunno; Una storia dell’inverno.

L’educazione al bello

L’educazione estetica emerge dalle occasioni e dalle ricorrenze di carattere religioso e civile, dalla riflessione sprigionata nell’osservazione delle riproduzioni artistiche che educano al bello.

I quadri d’autore sono raccolti e attentamente sezionati dai bambini che sanno guardare, ammirare, scoprire significati nascosti, immaginati e divenuti materia di ipotesi e interpretazione.

Apprendere la solidarietà

I bambini apprendono la dimensione etica della vita proprio osservando quello che accade nella società.

Gli esempi tratti dalle storie vere degli animali, per esempio, convincono senza alcuno sforzo, fino a permettere la comprensione di concetti piuttosto complicati come quelli di solidarietà, di amore, e di generosità.

STORIE VERE, STORIE INVENTATE, LEGGENDE, FAVOLE

La dimensione etica dell’infanzia

I bambini apprendono la dimensione etica della vita proprio osservando quello che accade nella società e gli esempi tratti dalle storie vere degli animali convincono senza alcuno sforzo, fino a permettere la comprensione di concetti piuttosto complicati come quelli di solidarietà, di amore, di generosità (cfr. Sara Bertuzzi, Settimo Diario, 1966-67, pp. 45-47).

Sara Bertuzzi riesce a presentare nei Diari il cammino di formazione del bambino partendo dal fine educativo esplicitato teoricamente e poi vissuto praticamente nelle varie attività scolastiche.

La rappresentazione della vita quotidiana nei racconti delle maestre e dei bambini

Il bambino mantiene l’entusiasmo per la scoperta e la curiosità verso quello che osserva e libera la sua immaginazione. Sara Bertuzzi raccomanda la gradualità e la concatenazione delle proposte educative. È necessario aspettare il giusto momento per iniziare e proseguire un processo, considerando i ritmi individuali di sviluppo e di maturazione. Sono incentivate e valorizzate le relazioni volute dall’esperienza personale rivelatrice delle conoscenze percettive che il bambino accumula spontaneamente, e sono offerte successive opportunità di verifica e consolidamento.

Il carrello della sabbia è una miniera di possibilità educative. Dal semplice uso manipolativo a quello di costruzione e rappresentazione di luoghi, ambienti, scene di fatti veri o di storie inventate, con l’utilizzo di materiale di recupero o raccolto in giardino e di personaggi e cose costruite con materiali diversi modellati con il pongo o con creta dai bambini stessi. La sabbia consente giochi di manipolazione, esperienze percettive e possibilità liberatorie per l’investimento simbolico insito nei materiali stessi.

Le storie vere raccontate dall’educatrice piacciono molto ai bambini. Le storie vere di animali affascinano, esse esprimono amicizia, solidarietà, cura e alimentano l’amore e il rispetto per il mondo animale, sono inoltre lontane dal sentimentalismo zuccheroso di certe favole che sembrano addormentare l’infanzia.

Gli animali sono anche molto spesso protagonisti delle scenette rappresentate con il teatro dei burattini. In questo modo si aiuta il bambino nella sua formazione sviluppando la sua immaginazione e la memoria, aprendo nuovi orizzonti alla sua conoscenza, dando insegnamenti morali e sociali attraverso la suggestione del gioco scenico, arricchendo il suo linguaggio di nuovi vocaboli e corrette espressioni.

Di rilievo in questo senso è la creazione del burattino Spirimpolo che racconta a puntate la sua storia e crea una grande attesa nella classe unita intorno a questo comune interesse. Spirimpolo ha anche una funzione catartica perché raccoglie desideri, pensieri, sentimenti dei bambini. 

Accogliere il pensiero per avviare l’educazione intellettuale

Sara Bertuzzi introduce gradualmente la distinzione tra storie vere e storie inventate per avviare i bambini a differenziare il reale dall’irreale, il probabile e il possibile dall’improbabile e dall’impossibile. Il concetto è espresso da Giuseppina Pizzigoni come attenzione a far procedere simultaneamente il concreto e il fantastico, senza generare fratture.

Nel lessico pedagogico sono eliminate le parole “castigo”, “cattivo”, “bugia”. In coerenza con il principio largamente richiamato e sempre prioritario del rispetto del bambino, sono aboliti i giudizi morali. Per conoscere il bambino bisogna mettersi dalla parte sua parte, e solo così dimostriamo di rispettarlo.

Talvolta accade che l’adulto scambi per bugie, frasi che esprimono soltanto proiezioni di paure o di desideri. Se il viaggio di un bambino diventa occasione per formulare congetture e ipotesi su luoghi sconosciuti, il ritorno di Cenerentola diventa la favola classica che affascina i bambini.

Il realismo etico e la formazione di sentimenti e linguaggi

La storia vera dell’amicizia tra gli animali, la fiaba Il gigante egoista di Oscar Wilde, la storia della fuga in Egitto di Gesù sono le modalità narrative della pedagogia della scuola di Sara Bertuzzi usate per destare nei bambini i sentimenti appropriati poi trasferiti nei vari linguaggi da quello iconico a quello musicale.

Il pathos della narrazione si ripropone continuamente ed esercita un coinvolgimento emotivo con notevoli ricadute sul piano del realismo etico (G. W. Förster, 1869-1966). La storia offre l’opportunità alla maestra di osservare i bambini e di poterne afferrare la partecipazione con domande e concatenazioni. Facilmente i bambini drammatizzano le storie alle quali è associato un motivo musicale coerente.

Ciascun bambino matura atteggiamenti inaspettati e davanti a casi sia di timidezza che di spavalderia la storia esercita una funzione di autocontrollo e di immedesimazione, fino a condurre il bambino alla personificazione degli eventi che interessano persone e cose.

SUONI, MUSICA, MOVIMENTO

La sensazione lirica del bello precede il momento sensoriale

L’insegnamento secondo il Metodo di Giuseppina Pizzigoni applicato dalla maestra e dirigente Sara Bertuzzi nella scuola dell’infanzia inserisce i suoni, il canto, la ritmica nelle attività fondamentali da predisporre al fine di permettere ai bambini di sperimentare la dimensione ludica e quella poetica della musica. Ciò che maggiormente caratterizza il Metodo è la collocazione dell’esperienza musicale nel programma, e quindi nel piano di lavoro curricolare, senza che vi sia costrizione. In genere, il bambino matura il suo interesse gradualmente e giunge spontaneamente a unirsi alle esercitazioni musicali della classe.

Nel programma educativo studiato, le singole attività sono integrate tra di loro e con il tutto, di conseguenza la musica è considerata una parte rilevante dell’educazione in tutti gli anni della scuola dell’infanzia. Sia nelle linee scolastiche di Giuseppina Pizzigoni che nelle relazioni annuali di Sara Bertuzzi la ginnastica e la musica sono affidate a personale esperto.

Nel 1981/82 il piano di lavoro della scuola materna comunale di via don Gnocchi 8, Milano prevede, in accordo con i genitori, lezioni di educazione musicale di un pianista e lezioni di educazione psicomotoria di un professore dell’ISEF. La ricerca sulla cultura musicale nella scuola dell’infanzia è ricca di apporti significativi di cui va tenuto conto in quanto si aprono nuove prospettive di analisi pedagogica e di indagine scientifica.

Sicuramente, la testimonianza pratica dell’insegnamento proposto e documentato nel Fondo Pizzigoni si alimenta della medesima sensibilità e soprattutto spiega il senso dell’educazione integrale della persona che, nella sua completezza, comprende necessariamente la dimensione musicale. Nel Fondo Pizzigoni, con collocazione FP2_058, sono conservate 47 tesi delle allieve dell’Istituto Toniolo, della Scuola Magistrale Ortofrenica di Milano, 1978-1988. Alcune delle tesi, con relatore Sara Bertuzzi, evidenziano il valore della comunicazione musicale in bambini con difficoltà di apprendimento.

Premere il pulsante di seguito per accedere alla lista delle 47 tesi delle allieve dell’Istituto Toniolo, in formato pdf.

Conoscere se stessi attraverso il linguaggio dei suoni

Sin dalla propria formazione al Metodo Sperimentale, Sara Bertuzzi comprende come la musica educa integralmente la persona ed osserva con piacere come i bambini siano ben disposti verso l’ascolto del pianoforte, che libera suoni ai quali i piccoli rispondono con movimenti armonici ed ordinati.

I bambini educati all’ascolto della musica sviluppano il gusto per il ritmo, ingentiliscono se stessi nel relazionarsi agli altri e manifestano il desiderio di ritrovare la propria sensibilità nei suoni stessi. Si verifica un incontro felice di linguaggi: del corpo, della mente, del cuore.

Quando la scuola propone suoni, canti e musica, tutti i bambini partecipano con entusiasmo. Anche i ritrosi e i timidi, quelli che presentano difficoltà nel prendere confidenza con il proprio corpo, magicamente si liberano dall’immobilismo e partecipano all’evento musicale. In questo caso, si parla di creazione di una disposizione favorevole all’accordo del proprio sentire con quanto ascoltato nel brano musicale.

Ascoltare musica aiuta il bambino ad inventare storie

Nella sua metodologia scolastica, Sara Bertuzzi usa spesso brani di musica classica per accompagnare le narrazioni di storie vere e per arricchire i copioni scenici preparati per educare il rapporto dei bambini con il mondo animale.

È evidente la constatazione di come i bambini, dopo l’ascolto di un brano possano realizzare disegni nei quali tornano i motivi dominanti della lirica appena spiegata dall’educatrice e commentata dal gruppo della classe. Ad esempio dopo l’ascolto di “Morning” di Grieg i bambini disegnano prevalentemente scene di giochi di campagna.

L’inserimento della musica nel programma in modo che il bambino possa sempre collegarla all’esperienza naturale è un carattere tipico della pedagogia della scuola qui descritta. Si tratta di favorire una congiunzione tra ascolto dei suoni, ritmica e creazione autonoma del bambino, evitando di procedere per frammenti isolati di apprendimento.

RELIGIONE E VALORI

Educare allo spirito di religiosità sin dal primo ingresso nella scuola

Il pensiero sulla religione secondo il Metodo Sperimentale definisce le sue basi teoriche nell’elaborazione della relazione educativa da costruire tra il bambino e il mondo naturale; infatti, nell’apprezzamento della natura si trovano le radici del sentimento morale al quale va educato il bambino perché apprenda a vivere in modo da amare umiltà, rispetto, pace, cordialità e bontà.

Nella creazione c’è tutto quello che occorre per educare il sentimento religioso e quindi il carattere morale. Far nascere nel bambino il senso della contemplazione del giardino, dei fiori, degli alberi ha come conseguenza la costruzione di una personalità che s’ispira ai valori universali colmi di senso etico. Concretamente il bambino gioca con la terra, con l’acqua, con gli animali, semina e coltiva l’orto, e in queste azioni impara a riconoscere il segno divino che rende ogni cosa bella e comprende come ciò che è bello vada mantenuto tale, dedicando cura ed attenzione.

Tra educazione religiosa e educazione morale vi è un legame molto stretto. In realtà Giuseppina Pizzigoni parla di educazione allo spirito di religiosità quale piedistallo su cui poggia l’educazione morale conseguenza della conoscenza dei testi sacri, della Bibbia e del Vangelo. Per educare allo spirito di religiosità Sara Bertuzzi prepara i bambini alle feste religiose con narrazioni, musiche, opere d’arte, produzioni originali e momenti di partecipazione emotiva.

In ogni momento affiora la morale buona

Nel programma di educazione morale per la scuola elementare i valori da far propri per meglio insegnarli, secondo Giuseppina Pizzigoni, sono:

valore delle ricchezze;
valore della povertà;
valore dell’umiltà;
valore della pazienza;
valore del perdono;
valore del sacrificio;
il senso di dignità personale;
lotta tra dovere e interesse;
orrore per la colpa e pietà per le sue vittime”.
(G. Pizzigoni, 1931, p. 78).

La tensione metafisica per rendere concreta la vita

Nell’impostazione di Giuseppina Pizzigoni, l’educazione persegue un fine terreno ed un fine ultramondano. Il primo riguarda la vita individuale e sociale, il secondo la meta ultima dell’esistenza, la meta alla quale tendiamo e che avvicina a Dio. Questa traiettoria ispira il programma d’insegnamento della maestra che guida a guardare i beni del creato e i fatti umani andando oltre l’apparenza della materia.

L’esercizio del dialogo intorno alle cose che interessano fa scendere nella profondità del pensiero per aiutare a formulare sempre una domanda in più, così da non arrestarsi mai nel cammino della vita e nella ricerca della verità.

Ogni cosa che osserviamo nella natura è un ringraziamento di quanto è elargito gratuitamente e che è a disposizione di tutti perché tutti possano imitarne la perfezione. Ammiriamo la bellezza del tulipano, per esempio, e in noi cresce il sentimento di gratitudine per quello che riceviamo come dono dell’Altissimo e che vediamo nella natura alla quale vanno rispetto, cura, salvaguardia.

Si educa il ricco ad avere la responsabilità per il povero e si ricorda che Gesù nacque in povertà. Nei bambini in età di scuola dell’infanzia si educa con l’esempio della maestra e dei compagni più solleciti verso gli altri. Il dono portato a Gesù appena nato diventa nell’insegnamento di Sara Bertuzzi l’invito ai bambini a ricordarsi di tutti nella classe. condividendo le proprie disponibilità, il proprio carattere, il proprio gesto di amore.

CAMPI DI RICERCA

Le cinque macro aree di ricerca del Metodo Pizzigoni

I campi di ricerca del Metodo Pizzigoni possono essere raggruppati, per finalità didattiche oltre che di ricerca, in cinque macro aree di approfondimento.

Metodo Sperimentale

Il metodo sviluppato dalla Pizzigoni per il rinnovamento profondo della scuola e della pedagogia.

Contesti di apprendimento

Scoprire, osservare, sperimentare, pensare, lavorare, creare. La scuola è il mondo, e il mondo è la scuola.

Scuola all’aperto

L’apprendimento intuitivo e scientifico inizia dall’esperienza a contatto e alla scoperta di spazi aperti naturali.

EdUCAZIONE artistica, estetica, etica

La pedagogia è arte dell’educazione, e allo stesso tempo è anche il seme dell’idea estetica che forma il senso etico.

Formazione degli educatori

Pensiero pedagogico ed esperienza alle basi del rinnovamento della scuola avviato dalla Pizzigoni.